Training autogeno

11 gennaio 2008 at 6:15 PM Lascia un commento

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento che sfrutta meccanismi di autosuggestione, praticata con intenti prevalentemente psicoteraupetici e che induce forme di rilassamento misurabili con semplici strumenti. La parola significa “allenamento che si genera da sé”.

Fu sviluppato negli anni Trenta da Johannes Heinrich Schultz, psichiatra tedesco. I suoi studi avevano come precedenti quelli sull’ipnosi, sviluppatisi all’inizio del XX secolo grazie ai contributi di Bernheim e Charcot in Francia. Il training autogeno ha lo scopo di rendere i propri pazienti indipendenti dal terapeuta per sviluppare il proprio benessere. Il termine training significa allenamento; infatti è solo allenandosi che si riesce ad ottenere la completa armonia con se stessi. Il termine autogeno indica, invece, come i cambiamenti psichici provengano dai praticanti e non sono generati da un operatore (psicologo/psicoterapeuta/medico), se non nella fase iniziale di apprendimento della tecnica. La pratica del training autogeno quindi ha come finalità l’eliminazione dello stress, dell’ansia, scaricare la tensione e il recupero delle energie e sopratutto l’eliminazione delle emozioni negative “allegate” a vissuti negativi. Questa tecnica è indicata per chiunque, in particolare per atleti e sportivi in genere in quanto favorisce il recupero di energie permettendo una migliore gestione delle proprie risorse, migliora la concentrazione e contribuisce al conseguimento di alte prestazioni. Il Training autogeno è utile inoltre nella cura di ansia, insonnia, emicrania, asma, ipertensione, attacchi di panico. E’ importante sapere che nel training autogeno il rilassamento non è la cosa principale, ma è un effetto collaterale del proprio star bene.

Esercizi

Gli esercizi si attuano in tre posizioni: posizione sdraiata, in poltrona e del cocchiere a cassetta. Molto importante risulta anche la respirazione, la quale deve funzionare in maniera progressivamente più automatica e quindi meno controllata. Il paziente dovrà approfittare del fatto che il momento di espirazione produce, rispetto alla fase di inspirazione, un maggiore rilassamento.

Gli esercizi si dividono in due basilari:

  • esercizio della pesantezza: produce uno stato di rilassamento muscolare, ovvero di rilassamento dei muscoli striati e lisci;
  • esercizio del calore: produce una vasodilatazione periferica con conseguente aumento del flusso sanguigno.

E alcuni complementari, più avanzati:

  • esercizio del cuore: produce un miglioramento della funzione cardiovascolare;
  • esercizio del respiro: produce un miglioramento della funzione respiratoria;
  • esercizio del plesso solare: produce un aumento del flusso sanguigno in tutti gli organi interni;
  • esercizio della fronte fresca: può favorire l’eliminazione di eventuali mal di testa, perché produce un leggera vasocostrizione nella regione encefalica.

Questi esercizi andrebbero eseguiti nell’ordine elencato e non iniziando a caso.

 posizioni.gif

 Fonte:wikipedia

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